Territorio

Salento, terra di sassi e muretti a secco

Ciò che colpisce, a primo impatto visivo, il visitatore che arriva in Salento per la prima volta, sono i muri di recinto che delimitano i campi, rigorosamente in pietra. I cosiddetti muretti a secco.

Essi rappresentano un tratto fisiognomico del paesaggio rustico salentino, e compaiono tra il verde dei campi coltivati soprattutto a ulivi e le sfumature di giallo brillante del sole caldo all’orizzonte, generando meraviglia negli occhi di chi guarda.

Si tratta di costruzioni rurali fabbricati con blocchi di pietra poste una sopra l’altra, incastrate senza l’uso di cemento o altri materiali. Caratterizzano il paesaggio più autentico del Salento odierno, ma la loro origine risale a tempi storici molto antichi. Si pensa infatti che i primi creatori dei “muretti a secco”, che poi tramandarono questa forma d’arte attraverso i secoli, furono certamente i discendenti dei Messapi e dei Neoliti.

Essi iniziarono ad adoperarli per proteggere le loro coltivazioni dai pascoli, per marcare il confine tra una proprietà e l’altra, come recinto di piccole dimensioni per gli animali (ncurtaturu), oppure li costruivano lungo la costa per difendere le colture dagli agenti atmosferici. Nel tempo i muretti hanno avuto una evoluzione e le funzioni che hanno svolto sono innumerevoli.

I muretti risalenti all’epoca dei messapi sono con una struttura a blocchi squadrati poggiati orizzontalmente, poi abbiamo quelli patrizi che svolgevano il compito di delimitare tenute e poderi appartenuti a casati di gran nome, infine ci sono quelli del volgo, costruiti dallo stesso contadino a delimitazione della piccola proprietà chiamata chisura. La tecnica di costruzione prevede prima di tutto che un preciso banco di roccia venga individuato, poi si costruisce la base composta da due file parallele di pietre grosse, si erigono quindi due file di pietre più piccole convergenti verso l’alto, gli interstizi vengono poi riempiti da materiale più fino.

All’altezza desiderata le due file di pietre vengono legate da lastre di pietra più grosse messe di taglio. Infine si chiudono le fessure delle facciate inserendovi a forza schegge e scaglie di pietra. Queste pietre di dimensione varia venivano ricavate dalla roccia, appositamente frantumata, e venivano allineate per mezzo di tecniche via via più definite, che si tramandavano di padre in figlio nel mestiere del “paritaru” (“parite” in dialetto salentino significa muro).

Un particolare tipo di muri a secco è il paralupi, veniva utilizzato principalmente nella recinzione del terreno circostante le masserie. La zona terminale del muro è costituita da un cordolo rialzato effettuato con grosse pietre piatte dette cappeddthi, che sporgono dal muro verso l’esterno, in modo da impedire agli animali selvatici di arrampicarsi e penetrare all’interno del recinto, là dove ci sono appetitosi animali domestici: conigli, galline, ecc..

Originariamente venne ideato per difendersi dai lupi, da cui il nome.

Questi fabbricati  di pietra,  rappresentano, oltre che manufatti con un enorme valore storico, culturale e paesaggistico, un importante connubio ecologico tra l’uomo e la natura;  strutture dal grande valore ambientale ed ecologico in quanto come “zone umide” sono zone di rifugio dove vivono numerose e particolari specie della flora e della fauna selvatica le quali nei muretti a secco trovano riparo da un territorio secco e soleggiato;  le pietre, infatti, hanno la particolarità di essere riserve di umidità che rilasciano gradualmente nei periodi siccitosi grazie alla condensazione atmosferica che si genera sulla superficie delle pietre, diventando habitat ideale per la vita e la riproduzione di specie animali e vegetali.

Alcuni muri hanno, alla base, delle feritoie che permettono il flusso dell’acqua piovana, e il passaggio di piccoli animali da una parte all’altra della costruzione. Infine sono un importante elemento di diversificazione ecologica e del paesaggio.  Il colore della roccia, tendente al bianco, si mischia così al verde, e regalano un piacevole gioco di colori che esprimono tutta la bellezza della terra salentina.

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